archivio: marzo 2015
Uno “scherzo teatrale”, per burlarsi con il sorriso della morte e per denunciare, tra le righe, la facilità dell’uomo contemporaneo a servirsi dell’assassinio per risolvere anche le piccole nevrosi quotidiane.
La prima guerra mondiale affrontata sfogliando un catalogo di voci, corpi, persone che non sono partite per il fronte – cose da uomini – ma che sono ugualmente andate “in guerra” come crocerossine, operaie, braccianti, oltre che intellettuali, pensatrici, pacifiste e antimilitariste.
L’incontro con Paul Klee, un artista che con la musica aveva un rapporto particolare. Un rapporto che traspare dalle opere ed è presente nei tratti biografici. Con il suo violino suonato in quartetto, con i burattini realizzati per il figlioletto Felix.
Nati in casa riconduce il racconto del parto nello spazio epico della narrazione teatrale popolando il palcoscenico, di figure femminili con grandi pance, di donne che assistono altre donne che scaraventano l’umanità alla luce.
Attorno al grande tavolo dove ci ritroviamo, attori e spettatori, a condividere il tempo di un pranzo o di una cena, succede qualcosa che non siamo in grado di spiegare.